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Festival delle Arti Via Margutta, l'arte, il luogo, il mistero svelato
Nello studio Severini Franchina
Roma, via Margutta
19 Aprile – 25 Maggio 2012

a cura di Valentina Moncada in collaborazione con Alessandra Franchina
Picasso

Nello studio Severini – Franchina,
exhibition view, 2012

La mostra si inserisce nell’ambito del Festival “Via Margutta. L’arte, il luogo, il mistero svelato”. Punto di partenza delle celebrazioni in occasione del centenario della nascita dello scultore Nino Franchina (1912-1987), la mostra ricostruisce quello che è stato il suo storico studio al 51A di Via Margutta sin dal dopoguerra ed utilizzato per un periodo anche da Gino Severini, padre di Gina, sua moglie. Lo studio è stato ricreato in uno spazio molto simile, all’interno del cortile del 54, utilizzando gli oggetti originali. La mostra comprende alcune importanti sculture di Nino Franchina (Griglia Sandro, del 1967, Uccello di fuoco del 1960, Ommeno del 1965, un Libro di ferro del 1984), caratteristiche della sua produzione, alcuni disegni e litografie originali di Gino Severini e dello stesso Franchina. Completano l’esposizione alcune fotografie d’epoca che ritraggono i due artisti all’opera nello studio, nonché gli oggetti personali, il tavolo da lavoro con gli strumenti autentici, i cavalletti e i sostegni per le opere, che contribuiscono a ricreare l’atmosfera originaria dello studio. Lo studio Severini Franchina è uno degli ultimissimi atelier della strada conservato ancora intatto, come era in origine. 
Lo studio diventò fin dagli anni ‘50 un punto di riferimento fondamentale per tutti gli artisti, i letterati, i registi e gli intellettuali che si trovavano a Roma stabilmente o solo di passaggio. Ben tre generazioni di artisti frequentarono lo studio che fu testimone di numerosi momenti di scambio e confronto culturale, tra cui: Alexander Calder, Emilio Vedova, Mario Mafai, Alberto Burri, Giuseppe Ungaretti, Renato Guttuso, Giulio Turcato, Pericle Fazzini, David Smith, Pier Paolo Pasolini, Mario Schifano, Franco Angeli, e molti altri ancora.
Dalla scomparsa dello scultore nel 1987 lo studio è diventato sede dell’archivio Severini Franchina, custodito dagli eredi della famiglia che hanno cercato di preservare il più possibile lo stato originale del luogo.