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Festival delle Arti Via Margutta, l'arte, il luogo, il mistero svelato
Nello studio Gastone Novelli. Quattro passi nel linguaggio
Roma, via Margutta
19 Aprile – 25 Maggio 2012

a cura di Valentina Moncada in collaborazione con l'Archivio Gastone Novelli
Picasso

Nello studio Gastone Novelli,
exhibition view, 2012

La mostra si inserisce nell’ambito del Festival “Via Margutta. L’arte, il luogo, il mistero svelato”e presenta quattro opere dell’artista che a via Margutta ebbe il suo studio nel 1962.

Racconta anche una storia di amicizia, quella dell’artista con Johnny Moncada, il fotografo, che diviene anche sodalizio professionale. Gastone Novelli preparava spesso gli sfondi con pochi segni di colore davanti a cui il fotografo metteva in posa le modelle. 

Sempre su invito di Moncada, Gastone si trasferisce a vivere e a lavorare a via Margutta per pochi ma intensi anni, all’inizio dei Sessanta. 
Alcune opere di quel periodo testimoniano come via Margutta, con gli altri pittori, gli scultori, i poeti che vi abitavano, insieme ai primi viaggi in Grecia, alcuni dei quali con Johnny, siano stati fonte di ispirazione per Novelli. I dipinti in mostra: A, B, C, Totolettera, Schema per un linguaggio, House of flowers, sono alcuni dei risultati di questa ispirazione. Quattro opere come quattro passi nel linguaggio che Gastone Novelli compie prima raccogliendo gli elementi più semplici come i segni che compongono un alfabeto, poi attraversando e manipolando simboli storicizzati, ma anche consumati, “testimoni fossili” di miti dimenticati. Ed ecco le lettere dell'alfabeto, la costruzione di un alfabeto, il disporre queste lettere inseguendo un'inverosimile ars combinatoria, mettere a punto uno schema di linguaggio il cui artificio è facilmente smascherabile, prendere atto della trasmutabilità dei simboli come il disco di Phestos, la ruota della fortuna, il gioco dell'oca, una processione greca; tutto assume un'identica forma a spirale e i segni si avviluppano su se stessi con il medesimo movimento rotatorio.

 Gastone Novelli (Vienna, 1925-Milano, 1968) inizia la sua attività pittorica negli anni ’50, conosce Max Bill e nel 1950, allestisce la sua prima personale al Teatro Sistina di Roma, dove espone una serie di dipinti riconducibili ad una matrice espressionista. Dal 1950 al 1954 risiede in Brasile, dove si dedica a molte e differenti attività. Nel 1955 si stabilisce a Roma ed entra rapidamente in contatto con l'ambiente culturale della città. Il 1957 è un anno fondamentale: compie molti viaggi a Parigi e tiene la sua prima personale alla galleria La Salita di Roma; fonda, con Achille Perilli, la rivista "L'esperienza moderna".



Negli anni immediatamente successivi viaggia molto: in Francia dove inizia una stretta collaborazione con René de Solier, negli Stati Uniti, in Grecia, in Turchia. Tiene molte esposizioni personali sia in Italia che all'estero. La sua ricerca pittorica va verso un superamento dell'informale in chiave di segno e scrittura.

Iniziano delle collaborazioni con gli scrittori della neo-avanguardia italiana, con i quali condivide la medesima tensione verso la sperimentazione linguistica. Nel 1962 pubblica l’"Antologia del Possibile" e nel 1964 è tra i fondatori della rivista "Grammatica".

Nel 1964 partecipa alla Biennale di Venezia, dove ottiene il premio Gullin e nel 1966 pubblica "Viaggio in Grecia", un volume che contiene scritti e incisioni nati dai precedenti viaggi. Nel 1967 si trasferisce definitivamente a Venezia, dove partecipa attivamente al movimento del maggio '68 e per protesta contro l'intervento della polizia all'interno dei Giardini, si rifiuta, insieme con altri artisti, di esporre, rovesciando le proprie opere contro le pareti e poi chiudendo la sua sala personale. Muore a Milano dove aveva cominciato ad insegnare all'Accademia di Brera.